Una riflessione dopo il voto delle elezioni regionali. La regione piemonte ha cambiato. La coalizione di centro destra ha vinto in maniera netta , ben al di là del puro dato numerico di soli 9000 voti. Negli ultimi giorni i giornali sono stati molto ricchi di analisi tese ad evidenziare gli errori della coalizione di centrosinistra dividendosi in egual misura tra coloro che accentuavano il dato delle modalità di governo e coloro che, invece, puntavano più su un’azione di governo ritenuta inefficace e non all’altezza della sfida che la nostra regione ha davanti. A mio giudizio il problema di fondo, sul quale tutti siamo chiamati a dare delle risposte, è la mancata crescita del Piemonte.
Gli effetti della grande crisi sul sistema industriale sono al centro dell’attenzione, molto meno quanto avviene nel settore dei servizi, del terziario. Nel nostro paese continuano a crescere ( nelll’ordine di milioni) le ore di cassaintegrazione ordinaria e straordinaria. Il Piemonte detiene un poco invidiabile primato in materia rispetto alle altre Regioni. Si discute della responsabilità sociale delle grandi imprese ( es.Termini Imerese), si osserva il riallineamento delle piccole e medie imprese per ritrovare competitività.
Germania: tre dispositivi per salvagurdare l’occupazione, compreso l’orario ridotto (kurzarbeit) a 28 ore settimanali. Nonostante il consistente calo del prodotto interno lordo del 5%, la caduta dell’occupazione in Germania è stata assai limitata in confronto ad altri paesi europei.
Il convegno internazionale in memoria di Ezio Tarantelli, organizzato il 27 marzo a Roma, dalla Cisl, dalla Fondazione Ezio Tarantelli e dall’Università “La Sapienza, oltre ad onorare la figura dell’economista assassinato, 25 anni fa dalle Brigate Rosse, per le idee che affermava, è stato utilizzato per proporre idee “riformiste” da parte degli illustri partecipanti che sono intervenuti (ministri, segretari generali sindacali, governatore della Banca d’Italia).
Venticinque anni fa, il 25 marzo del 1985 a Roma, Ezio Tarantelli fu assassinato da un commandos delle Brigate Rosse. Pochi giorni dopo Gino Giugni (l’estensore del testo legislativo dello Statuto dei Lavoratori) scrisse su “La Repubblica” che la violenza ha colpito questa volta un uomo che era rappresentativo di un filone di moderna cultura economica e che, pur capace delle più ardite elaborazioni econometriche, coltivava con intensa passione lo studio interdisciplinare dei ruoli giocati dagli attori della vita economica, e in specie dalle forze sociali….
Al fine di precisare il rapporto tra debito pubblico e sviluppo va considerato che la moneta oggi non si può più difendere alzando i tassi di interesse. E’ la credibilità delle politiche economiche e fiscali a difendere la moneta e l’economia di un paese. La ragione per cui la Grecia ha avuto questa impennata nel rischio di default non va ricercata nella quantità del debito, ma nel fatto che nessuno (probabilmente a ragione) crede fino in fondo al piano di recupero predisposto dal governo greco.
Ogni due otre mesi l’Istat ci comunica, con il conforto dei dati ufficiali che, in riferimento all’entità del debito pubblico, abbiamo battuto un altro record: attualmente siamo a 1.787 miliardi di euro veleggiando verso il 120 % del p.i.l. . Il dato spaventa per una serie di motivi. In primo luogo storicamente valori percentuali così elevati sono apparsi nella nostra storia soltanto nei primi decenni dopo l’unità d’Italia e in occasione delle due guerre mondiali.
Pubblichiamo il testo completo della dichiarazione di voto sul d.d.l. n. 1167-B di Pietro Ichino per il Gruppo Pd. L’intervento è stato fatto al Senato il 2.3.10. Pietro Ichino è considerato il più liberal tra i giuslavoristi.
Abbiamo chiesto alla redazione del Blog Losbavaglio.org l’autorizzazione per pubblicare sul nostro sito la lettera aperta di un ex dirigente della San Paolo all’attuale consigliere delegato di Intesa Sanpaolo Corrado Passera. Questo è l’interessante testo con data 15 febbraio .
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