Tanti nani, troppe tasse, pochi giganti. Un chiaro articolo analitico di Marco Alfieri, contenuto nel e-book edito da La Stampa, descrive il rapporto tra le imprese italiane e la crisi. Il primo sottotilo "il cabrone non vola più" riassume la non crescita italiana da 10 anni. Schiacciata tra recessione violenta e ripresa lenta.” È questa l’immagine della nostra economia ai tempi della grande crisi, nella foto di Luca Paolazzi, capo economista di Confindustria. L’Italia non cresce da oltre 10 anni ma il suo passo lento affonda nei passato: dal 1970 al 2008 il paese, nord produttivo compreso, ha perso per strada 3 punti medi di crescita strutturale, passando dal 4% all’ 1%.
Il dibattito inizia Lunedì 28 novembre 14 nella Sala Rossa del Comune d Torino. Nell’antistante piazza sarà allestito un maxi schermo per poter seguire il dibattito. Numerose sono le delegazioni invitate di altre città italiane, sedi di stabilimenti Fiat. L’accesso al palco pubblico delle sala consigliare sarà pertanto limitato a chi in possesso di pass. Lunedì mattina, all’ingresso degli impiegati Fiat di C.so Agnelli, il Partito delle Libertà ha annunciato la distribuzione di un volantino nel quale si accusa “la sinistra ha abbandonato gli operai".
L’Istituto di Studi sulle Relazioni Industriali e di Lavoro ha pubblicato la Nota 35 nella quale Nicola Cacace e Pietro Merli Brandini riprendono i temi delle disuguaglianze sociali valutate nelle loro interconnessioni con la crisi economica, rievocando il pericoloso precedente che ha generato la grande depressione del 1929, e quello (già affrontato nella Nota Isril 32) della contrattazione aziendale con riferimento a significative esperienze in alcune multinazionali del settore alimentare.
Sciopero Generale in Sardegna di Cgil, Cisl e Uil; venerdì 11 novembre oltre 60mila in piazza a Cagliari, contro le politiche di iniquità e per un vero piano per il lavoro, la difesa dei settori produttivi, la difesa delle pensioni. Un Piano di Rinascita della Sardegna che, come hanno spiegato le tre sigle sindacali, deve contenere un vero programma straordinario per il lavoro, soprattutto dei giovani e delle donne, che incentivi adeguatamente la creazione di nuova occupazione e la stabilizzazione dei posti di lavoro. “Le ragioni di questa importante giornata di mobilitazione unitaria risiedono nella drammaticità che i sardi stanno vivendo”.
L'allarme è dell'assessore provinciale Chiama: "Rispetto ai livelli pre-crisi le nuove assunzioni hanno prodotto la metà delle giornate di lavoro". I contratti a termine durano meno, quelli a tempo indeterminato non compensano le cessazioni. Nel Torinese nel primo semestre del 2009, già nella crisi, .il mercato del lavoro avviava poco più di 220 mila nuovi contratti (precari inclusi); nei primi sei mesi del 2010 le assunzioni sono state soltanto 173 mila. Non perde solo il settore auto e relativo indotto ma la caduta occupazionale riguarda una dozzina di settori economici. Per ogni dipendente diretto dell'industria automobilistica ce ne sono 4 nell'indotto.
Quando la Volkswagen, a maggio 2010, ha acquistato l'Italdesign di Giorgetto Giugiaro il gota politico ed i salotti buoni di Torino pur rammaricandosi non hanno sollevato ciglio per chiedere al mito del momento, Sergio Marchionne, percè mai avesse trascurato, fino a perdela, una risorsa tanto preziosa per la qualità dei prodotti Fiat e per il prestigio della città. Già allora si era posto il quesito che oltre all'abilità finanziaria un grande manager deve saper far avanzare prestigiosi progetti, prodotti di qualità e per questi non ci sono tanti Giugiaro sul mercato.
Confindustria, produzione industriale italiana quasi ferma sui livelli dell'estate 2010. La fase di recupero dopo la crisi economica in Italia ha «frenato» dopo il primo semestre 2010. «La produzione industriale italiana è quasi ferma ai livelli dell'estate 2010», con un +0,1% di crescita media mensile da luglio 2010 a marzo 2011, «e dista dal massimo precrisi (-26,1%) ancora molto, -17,5%». Lo rileva il rapporto sugli scenari industriali del Centro Studi di Confindustria.
In allegato
Primo risultato della grande ed unitaria mobilitazionedei lavoratori e dei sindacati. Stop ai 2.500 licenziamenti. La Fincantieri fa marcia indietro e ritira il piano industriale che prevede la chiusura degli stabilimenti di Sestri Ponente e Castellamare di Stabia, il ridimensionamento di Riva Trigoso con un taglio di 2.550 posti di lavoro. L’annuncio è arrivato, venerdì 3 giugno, proprio mentre i lavoratori giunti a Roma da Genova, Ancona e Catellammare manifestavano in corteo nel centro della Capitale. La notizia è stata accolta da grida di gioia e applausi.
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